Con riferimento all’articolo dal titolo “Opere all’asta da 250 fino a 60.000 Euro” apparso lunedì 21 novembre a pag. 13 nella Cronaca de “il Piccolo”, a firma Gabriella Ziani, desidero precisare che c’è un errore circa la valutazione dell’opera dell’artista Giuliana Balbi proposta all’asta promossa dalla Biennale Diffusa come finissage di questa nuova impresa culturale triestina. Il valore di 250 Euro non è certo riferito all’opera lì esposta, un’installazione costituita da 15 “abiti d’acqua” il cui titolo globale è “Corpus summa”, abiti sì costituiti da sottili striscioline ritagliate da foto e unite con fili di nylon, il cui valore complessivo però è di 15.000 Euro. Quindi un solo abito (che per altro non verrebbe venduto isolato in quanto il lavoro è stato concepito come unica installazione) avrebbe eventualmente il valore di Euro 1.000. L’artista, non certo in vena di una simile autosvalutazione, mette all’asta per Euro 250 una fotografia ricavata da uno degli abiti esposti, quindi non si tratta di“materiale povero” che in qualche modo potrebbe giustificare l’eccessiva modestia del valore, ma semplicemente di una cosa completamente diversa, un documento di una parte dell’opera esposta, sostitutiva dell’installazione troppo impegnativa da proporre all’asta. Una precisazione necessaria questa, per ridefinire l’informazione data e dare il giusto valore al lavoro di Giuliana Balbi.
Ringrazio per l’ospitalità.
Maria Campitelli
Curatrice dell’artista Giuliana Balbi del Gruppo78.
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