
4 artiste dialogano con lo spazio del Museo Carà di
Muggia
Muggia
installazioni di Giuliana Balbi, Lucia Flego, Anna Pontel, Cristina Treppo
Mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia in collaborazione con l’Associazione culturale Gruppo78 nell’ambito del progetto PRACC (progetto arte contemporanea Museo Carà con le associazioni Gruppo78 Juliet e Photoimago)
A cura di Maria Campitelli
Museo d’Arte Moderna Ugo Carà, via Roma, 9, Muggia (Trieste)
Inaugurazione : giovedì 21 ottobre, alle ore 18,30
Durata : fino al 14 novembre
Orario : da martedì a sabato17.00/19.00; giovedì 10.00/12.00 – 17.00/19.00
Mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia in collaborazione con l’Associazione culturale Gruppo78 nell’ambito del progetto PRACC (progetto arte contemporanea Museo Carà con le associazioni Gruppo78 Juliet e Photoimago)
A cura di Maria Campitelli
Museo d’Arte Moderna Ugo Carà, via Roma, 9, Muggia (Trieste)
Inaugurazione : giovedì 21 ottobre, alle ore 18,30
Durata : fino al 14 novembre
Orario : da martedì a sabato17.00/19.00; giovedì 10.00/12.00 – 17.00/19.00
Questa mostra si fonda su quattro installazioni di altrettante artiste del nostro territorio:Giuliana Balbi di Trieste, Lucia Flego, Anna Pontel, Cristina Treppo tutte e tre di Udine. Hanno in comune una femminilità degli interessi, dei materiali impiegati, una matrice, in particolare per Lucia Flego e per Giuliana Balbi, che si riallaccia alla fiber-art, l’arte del tessuto, soprattutto dell’intreccio. Oggi però questa prassi antica quanto il mondo, sconfina abbondantemente dall’alveo tecnico/pratico in cui è nata, per entrare nel campo aperto dell’arte tout court., raccontando personali esperienze, vissuti, propensioni psicologiche, perlustrazioni dell’inconscio.
Giuliana Balbi si presenta con un’insolita installazione dal titolo “L’ultima festa”. Protagonista è il bicchiere che si moltiplica, cade a terra, mentre su un vassoio troneggia una b
ottiglia mezza piena. E’ l’evocazione di una festa al suo termine, quando rimangono i bicchieri vuoti, sparpagliati dovunque. Ma si tratta di bicchieri particolari, avvolti da nastri di raso bianco o da fili colorati di lana, riallacciandosi a pratiche e a materiali, come si diceva, tipicamente femminili. E’ in ogni caso la testimonianza di un vissuto che tutti conosciamo, intriso anche, al suo momento terminale, di malinconia per l’esaurimento di un determinato trascorso, passato troppo in fretta, per la caducità di tutto, per il senso di fine. Relazionata allo spazio vuoto del Museo, l’installazione acquista un senso quasi di monito, una sorta di “memento mori” che la distoglie da ogni apparente leggerezza giocosa, inducendo invece alla riflessione. Balbi, parte da esperienze che l’hanno inquadrata appunto nel filone della fiber.art, avendo adottato l’intreccio, veramente come trama e ordito, nei suoi lavori. Però di un intreccio del tutto particolare si trattava, quello con striscioline di fotografie, inventando la foto-tessitura.
Giuliana Balbi si presenta con un’insolita installazione dal titolo “L’ultima festa”. Protagonista è il bicchiere che si moltiplica, cade a terra, mentre su un vassoio troneggia una b

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